C’è una vulnerabilità inaspettata nella maggior parte dei nostri uffici e delle nostre case; non si tratta di computer, smartphone, tablet o notebook, ma della più tranquilla e insospettabile stampante. Quelle di ultima generazione hanno touch screen ultra intuitivi e funzionano come veri e propri client sulla rete. Molti sono stati gli attacchi che hanno già compromesso le stampanti, ma pochissimi ne conoscono i rischi completi. Se si abbassa la guardia, la stampante diventerà probabilmente il vero e proprio “ cavallo di Troia “ del ventunesimo secolo.
I dati supportano questo trend , ben il 61% delle aziende ha riportato almeno una violazione dei dati collegata alla stampante lo scorso anno (con in media 46 giorni necessari per risolvere l’attacco informatico); il 56% di queste aziende non hai mai incluso le stampanti nel proprio programma di sicurezza e solo il 2% delle stampanti utilizzate al mondo sono state messe in sicurezza. Questo tipo di atteggiamento espone le imprese ad attacchi sempre più frequenti, alcune stampanti sono così vulnerabili che qualsiasi hacker, anche il più inesperto, potrebbe violarle col minimo sforzo.
Non bisogna sottovalutare la protezione della propria stampante, infatti nel momento in cui gli hacker riescono ad accedere ad essa, hanno il potere di distruggere la rete, stampare progetti confidenziali, trasmettere fax all’ estero, cambiare tutte le sue impostazioni o, nel peggiore dei casi, mettere fuori funzione la stampante. In poche parole c’è a rischio la privacy e i dati sensibili dell’utente, delle aziende e delle istituzioni. E non solo, il problema interesserebbe, secondo la polizia postale, tutte le marche di stampanti più vendute sul mercato globale.
Un esempio concreto di come la stampante può diventare l’anello debole quando si parla di sicurezza informatica di un’azienda è dato dall’attacco, un paio di settimane fa, di un hacker a 150.000 stampanti in tutto il mondo(tramite un messaggio). Poi si è rilevato un falso allarme; infatti l’hacker ha cercato di sensibilizzare gli utenti sulle serie minacce di un attacco al dispositivo di stampa, offrendo una dimostrazione pratica di cosa potrebbe succedere quando si trascura di proteggere device che vengono considerati “poco sensibili” dagli utenti, ma sempre più appetibili ai cyber criminali.
Ora resta da capire quante delle “ vittime” dell’attacco dimostrativo, si sono preoccupate realmente di colmare la falla nella protezione della propria stampante e quante, invece, si sono limitate a postare divertite le foto del messaggio hacker sui social.
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